Da qualche giorno si dibatte tanto, sui giornali, in tv e sul web, della frase detta dal viceministro Michel Martone sui laureandi 28enni, da lui definiti "sfigati".
Sinceramente ero dubbiosa sullo scrivere questo intervento, perché so che sicuramente mi attirerò le ire di molte persone che si sentono "chiamate in causa". Ma ho deciso di scrivere lo stesso, perché questo è il mio blog e serve a dar sfogo alle mie ire e ai miei pensieri e il tema "Università" è un argomento che, come avrete notato, mi causa degli attacchi di rabbia non indifferenti.
Il fatto è che io sono d'accordo con quanto ha affermato il viceministro. Ora urla e imprecazioni contro di me.
Fatele, accusatemi di quel che vi pare, ma per favore non nascondetevi dietro scuse stupide come "c'è chi deve lavorare per mantenersi gli studi". Tutte storie da raccontare ai genitori, forse.
Perché diciamoci la verità, quando ci si iscrive all'Università si fa il calcolo del proprio reddito e in base a questo esistono diverse "fasce di prezzo".
Capisco, però, che anche cifre come 600 euro all'anno possono essere una somma non piccola per alcune famiglie e posso capire quindi chi decide di trovarsi un lavoro per non pesare sulla famiglia. Cifre simili, però, si coprono con un lavoro part time, un impegno che occupa quattro o al massimo sei ore al giorno, quindi il tempo per studiare c'è eccome e pertanto non capisco come non si possa essere in regola con gli esami e gli anni accademici.
Gli Italiani non sono tutti fannulloni: io ho ben tre amici che lavorano full time da anni e parallelamente studiano ingegneria al Politecnico di Torino - una scuola non proprio facile - e una di queste è anche diventata mamma da poco!
Ecco perché sono d'accordo con il viceministro, quando dà degli "sfigati" a chi a 28 anni non è ancora riuscito a conseguire una Laurea o peggio un Diploma di Laurea! Ci sono "i casi", certo: ragazzi che si sono ammalati gravemente, hanno avuto problemi in famiglia, eccetera, ma è ovvio che né io né il sig. Martone ci stiamo riferendo a queste persone.
C'è, però, l'altro lato della medaglia e questo non può essere ignorato.
Tralasciando il fatto che l'espressione "sfigato" in bocca ad un politico è da considerarsi veramente una caduta di stile, ma dopo il Governo precedente siamo, purtroppo, abituati a frasi ben peggiori ed è quindi inutile spendere altre parole a riguardo.
Il vero aspetto su cui bisogna soffermarsi è, invece, il fatto che in Italia sia impossibile trovare meritocrazia anche in ambito scolastico! Ci sono i fannulloni, è vero, ci sono 28enni "fancazzisti" che impiegano dieci anni per prendersi un titolo che richiede metà tempo, ma ci sono anche tanti "cervelloni" e persone di talento che si vedono rallentare il percorso di studi!
A parte la Facoltà come Medicina che richiede giustamente un piano di studi ben organizzato e che va seguito passo dopo passo, mi chiedo perché negli altri Corsi di Laurea debbano esserci i limiti di esami sostenibili in un anno!?!
E andando ancora indietro, mi chiedo: perché in Italia è così difficile accettare il fatto che un bambino più intelligente di un altro possa essere spostato di classe anzitempo, invece che aspettare la fine dell'anno accademico? Perché ci dev'essere così tanta reticenza nel riconoscere una persona intelligente e dargli il giusto valore?! Non è colpa dello stupido se capisce e impara più lentamente, ma perché deve rimetterci quello più in gamba?
Vi racconto ora due vicende che mi sono capitate realmente anni addietro e che mi hanno creato parecchi dubbi e malumori:
Ero in quarta superiore stavo leggendo "Al di là del bene e del male di Nietzsche" e c'era un passaggio che non mi era chiaro, così andai dal mio professore e gli chiesi delucidazioni, ma invece di sentirmi dare delle spiegazioni, mi rispose di non leggere quel libro, perché tanto era un filosofo che non avevamo ancora studiato e che avremmo affrontato solo l'anno seguente! Ma perché mi ha dovuto "tappare le ali"?! Perché non poteva semplicemente aiutarmi a capire qualche passaggio particolarmente complesso e incoraggiarmi?!
L'altro episodio, invece, è più recente e mi arrabbio ancora adesso al solo pensarci :
Avevo appena finito di scrivere la dissertazione della Laurea Triennale e l'avevo consegnata al mio relatore. Dopo averla letta, mi disse di accorciarla perché era troppo lunga, ma analizzandola a fondo ci accorgemmo che non si poteva eliminare nulla, così decidemmo di eliminare l'interlinea dell'impaginazione, riducendo le pagine da 100 a 70. Il mio relatore era contento del mio lavoro, ma sperava che la commissione non se la prendesse, dal momento che c'erano alcune mie compagne che si Laureavano con me, che presentavano dissertazioni di soli 15 pagine di cui riempite da immagini. Purtroppo ci aveva visto lungo.
Va detto che il Presidente della Commissione era anche il mio correlatore, quindi aveva avuto tutto il tempo necessario di leggere la mia tesi prima di quel giorno e aveva avuto tutto il tempo per avvisarmi se qualcosa non fosse stato chiaro o ben spiegato, invece non si era fatto sentire e quindi ero sicura che non avesse nulla da ridirmi.
Ovviamente mi sbagliavo, perché proprio il giorno della discussione della tesi rese evidente di aver completamente travisato un paragrafo scritto che riguardava proprio la sua materia e al momento di espormi il voto, esordì con un discorso che io ritengo essere davvero raccapricciante e persino grottesco!
Mi disse: "[...]Lei ha fatto un lavoro che va ben oltre le normali capacità, superiore al lavoro della maggior parte dei suoi coetanei, ma facendo questo ha tralasciato qualche dettaglio e quindi parziali complimenti".
Come si può disprezzare un buon lavoro solo perché è più di quanto richiesto, se fatto nelle modalità e nelle tempistiche giuste?!
Vi giuro, quei
PARZIALI COMPLIMENTI, mi rimbombano in testa ancora adesso.
A poco importa se gli altri docenti presenti quel giorno erano chiaramente in disaccordo con questo professore, perché è per colpa di signori come questo se l'Italia poi non va avanti, se i cervelli scappano all'Estero e se si sfornano sempre nuovi "sfigati".
E sì, perché come credete che ci si senta a impegnarsi, a fare bene qualcosa e a non ricevere nemmeno il giusto riconoscimento solo per la boria e l'insicurezza di chi sta in cattedra? Ci si sente SFIGATI.
Forse questo episodio andrebbe raccontato a persone come il sig. Martone, perché ricordando questo episodio non posso non pensare che forse sono stata una sciocca, che potevo godermi gli anni universitari il più che potevo, sfondarmi di alcool e feste tutte le sere e dare sì e no un esame all'anno, di non impiegare un paio di mesi a scrivere una tesi, ma giusto un paio di giorni, perché tanto a che serve?
Non solo l' impegno non viene riconosciuto, ma prima ci si Laurea e prima ci si ritrova disoccupati, a cercar lavoro disperatamente e senza nemmeno avere più gli sconti e le agevolazioni riservate agli Universitari!!
Quindi alla fine, ecco che forse i 28enni che si stanno ancora laureando non sono poi degli "sfigati", ma bensì dei furbacchioni un po' impauriti, che hanno deciso di viver la vita con la marcia inserita sulla seconda, perché tanto sanno che usare la quinta non solo non serve, ma fa consumare anche più benzina.
E si sa, di questi tempi, la benzina ha raggiunto dei costi davvero assurdi!!